- Aprire le nostre case per un’accoglienza davvero personalizzata, una soluzione fortemente apprezzata anche in Valle d’Aosta.
Offrire ospitalità nella propria casa: questa è la filosofia che sta alla base del Bed&Breakfast, una formula di ospitalità originaria del Nord Europa, ma che sempre più sta prendendo piede nel nostro Paese, favorita dalla naturale propensione all’accoglienza degli italiani e dalle varie legislazioni regionali che dovrebbero facilitare la prolificazione di queste strutture.
Chi per arrotondare le entrate familiari, chi per fare conoscenza e stare a contatto con la gente: sono ormai migliaia le famiglie in Italia che destinano le stanze non utilizzate delle loro abitazioni all’ospitalità dei turisti. Tra l’altro la formula piace anche ai viaggiatori, perché negli ultimi anni le notti trascorse nei B&B italiani sono in continuo aumento.
Anche in Valle d’Aosta questa pratica si sta affermando sempre più: in regione i B&B sono già 118 e nell’ultimo anno hanno dato ospitalità a più di 9.000 turisti che si sono fermati per quasi 21.000 notti. Anche se queste cifre rappresentano una minima parte dei ben più rilevanti dati sui flussi turistici regionali, ad un’analisi più attenta rivelano un dettaglio importante: negli ultimi tre anni, durante i quali i flussi turistici valdostani sono rimasti praticamente stabili, i B&B hanno invece sperimentato un momento d’oro, accogliendo nel 2010 quasi il doppio dei turisti rispetto al 2008.
Gli ospiti dei B&B valdostani sono perlopiù italiani, provenienti dalla regioni Piemonte, Lombardia e Liguria – mentre tra gli stranieri spiccano francesi, svizzeri e belgi - e seguono i trend stagionali tipici della nostra regione, prediligendo il mese di agosto e quello di dicembre; tuttavia, le presenze registrano picchi superiori alla media in concomitanza dei mesi di aprile-maggio e ottobre-novembre, periodi durante i quali vengono preferiti ad altre strutture per trascorrere le festività dei cosiddetti “Ponti”, grazie alla configurazione dell’offerta stessa che si presta ad una permanenza più breve del solito. E infatti l’ospite del B&B trascorre meno notti in regione rispetto al turista medio e con il passare degli anni si sta trasformando sempre più in un “visitatore mordi e fuggi”, seguendo il trend che caratterizza il turismo del giorno d’oggi.
In Valle d’Aosta non è difficile aprire un B&B: l’inizio di una nuova attività di questo tipo viene regolata dalla legge regionale 4 agosto 2000, n. 23, che fissa il limite massimo a 3 camere e sei posti letto. L’Assessorato al turismo, le Aziende di promozione turistica e le pro-loco sono disponibili a rilasciare agli interessati il materiale informativo.
Il Bed & Breakfast è una delle formule più competitive all’interno del mercato della ricettività nazionale e locale, perché l’attività che svolge si coniuga con il turismo di ultima generazione: un turismo sostenibile e responsabile che cresce e si sviluppa nel rispetto dell’ambiente e delle realtà locali. Varrebbe forse la pena, in futuro, dedicare a questo mercato, che spesso passa inosservato, un’analisi più dettagliata.
Offrire ospitalità nella propria casa: questa è la filosofia che sta alla base del Bed&Breakfast, una formula di ospitalità originaria del Nord Europa, ma che sempre più sta prendendo piede nel nostro Paese, favorita dalla naturale propensione all’accoglienza degli italiani e dalle varie legislazioni regionali che dovrebbero facilitare la prolificazione di queste strutture.
Chi per arrotondare le entrate familiari, chi per fare conoscenza e stare a contatto con la gente: sono ormai migliaia le famiglie in Italia che destinano le stanze non utilizzate delle loro abitazioni all’ospitalità dei turisti. Tra l’altro la formula piace anche ai viaggiatori, perché negli ultimi anni le notti trascorse nei B&B italiani sono in continuo aumento.
Anche in Valle d’Aosta questa pratica si sta affermando sempre più: in regione i B&B sono già 118 e nell’ultimo anno hanno dato ospitalità a più di 9.000 turisti che si sono fermati per quasi 21.000 notti. Anche se queste cifre rappresentano una minima parte dei ben più rilevanti dati sui flussi turistici regionali, ad un’analisi più attenta rivelano un dettaglio importante: negli ultimi tre anni, durante i quali i flussi turistici valdostani sono rimasti praticamente stabili, i B&B hanno invece sperimentato un momento d’oro, accogliendo nel 2010 quasi il doppio dei turisti rispetto al 2008.
Gli ospiti dei B&B valdostani sono perlopiù italiani, provenienti dalla regioni Piemonte, Lombardia e Liguria – mentre tra gli stranieri spiccano francesi, svizzeri e belgi - e seguono i trend stagionali tipici della nostra regione, prediligendo il mese di agosto e quello di dicembre; tuttavia, le presenze registrano picchi superiori alla media in concomitanza dei mesi di aprile-maggio e ottobre-novembre, periodi durante i quali vengono preferiti ad altre strutture per trascorrere le festività dei cosiddetti “Ponti”, grazie alla configurazione dell’offerta stessa che si presta ad una permanenza più breve del solito. E infatti l’ospite del B&B trascorre meno notti in regione rispetto al turista medio e con il passare degli anni si sta trasformando sempre più in un “visitatore mordi e fuggi”, seguendo il trend che caratterizza il turismo del giorno d’oggi.
In Valle d’Aosta non è difficile aprire un B&B: l’inizio di una nuova attività di questo tipo viene regolata dalla legge regionale 4 agosto 2000, n. 23, che fissa il limite massimo a 3 camere e sei posti letto. L’Assessorato al turismo, le Aziende di promozione turistica e le pro-loco sono disponibili a rilasciare agli interessati il materiale informativo.
Il Bed & Breakfast è una delle formule più competitive all’interno del mercato della ricettività nazionale e locale, perché l’attività che svolge si coniuga con il turismo di ultima generazione: un turismo sostenibile e responsabile che cresce e si sviluppa nel rispetto dell’ambiente e delle realtà locali. Varrebbe forse la pena, in futuro, dedicare a questo mercato, che spesso passa inosservato, un’analisi più dettagliata.
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